business model canvas

Business Model Canvas, Lean Canvas, The Startup Canvas: quale modello usare per la propria startup?

Come strutturare al meglio la propria startup? Quale modello scegliere senza commettere errori? Ecco i tre principali canvas a confronto: Business Model Canvas, Lean Canvas e The Startup Canvas per capire il più adatto alle tue esigenze!

Una delle espressioni sicuramente più utilizzate nel mondo delle startup è Business Model. Una delle informazioni più importanti, una volta davanti ad un investitore, è su quali cardini si basi il progetto e su come l’azienda sia in grado di apportare ricavi e monetizzare.

Ma esattamente, che cosa intendiamo con modello di business, come possiamo analizzarlo e, in un secondo momento, metterlo in pratica nella nostra startup?

La definizione sicuramente più esaustiva è quella che indica il business model come la modalità tramite cui una startup crea valore attraverso la produzione di un prodotto o l’erogazione di un servizio, offrendo questo valore ai propri clienti per poi trasformarlo in un flusso di ricavi con cui sostentarsi.

È la vera e propria logica che sta alla base di ogni business che si rispetti e il cuore pulsante di ogni startup. È proprio per questo motivo che si spendono mesi di analisi, studi per cercare il modello migliore per la propria startup e non è raro che ci si ritrovi dopo diversi tentativi, molto sudore e varie risorse spese cercando di far funzionare un certo tipo di business model, a cambiarlo una volta che ci si rende conto della poca sostenibilità.

Ecco perché in tanti hanno cercato, oltre che una definizione, di dare una forma al business model attraverso una strutturazione di quest’ultimo, spesso in forma scritta o grafica in modo da rendere più semplice e facilmente comprensibile la complessità di una struttura aziendale attraverso un linguaggio visuale che rappresenta un vantaggio comunicativo non da poco.

 

Business Model Canvas e Lean Canvas: due modelli a confronto 

 

Uno dei framework sicuramente più famosi ed importanti a livello di pianificazione strategica è sicuramente il Business Model Canvas e, per quanto riguarda il metodo Lean, il Lean Canvas.

 

Business Model Canvas

 

Per quanto riguarda il Business Model Canvas, fu il ricercatore Svizzero Alexander Osterwalder ad ideare questo Canvas e a portarlo alla notorietà. Solo dal suo sito sono state scaricate 5 milioni di copie. Questo framework è in grado di offrire un ottimo modello per sviluppare ulteriormente le idee di un’impresa o startup circa il modello di business, per renderla sostenibile ed in grado di monetizzare.

Il Business Model Canvas si sviluppa in nove blocchi (che si declinano in clienti, proposizione di valore, canali, relazioni, attività chiave, risorse chiave, partner chiave, ricavi e costi) che coprono le quattro aree fondamentali, citate prima: clienti, offerta, infrastrutture ed efficienza finanziaria.

 

Lean Canvas

 

Dopo aver parlato del Business Model Canvas, passiamo al Lean Canvas. Per quel che, invece, interessa il Lean Canvas, si parla sempre di un framework che utilizza un linguaggio visuale, prende spunto dal Canvas di Osterwalder e lo declina in ottica Lean (secondo i principi di Lean Startup definiti da Eric Ries nel suo bestseller).

In questo nuovo strumento di modellazione strategica, sono stati sostituiti, nell’area sinistra, i blocchi dell’infrastruttura con quelli della soluzione, identificando anche il Problema e la Soluzione,.

Come il Business Model Canvas, anche quest’ultimo è suddiviso in nove building blocks (ed in gran parte i blocchi si sovrappongono), che vogliono identificare gli elementi principali di un modello di business di una startup.

Nel Lean Canvas, però, il punto di partenza diventa il problema per poi passare ai segmenti di clientela di riferimento.

Altre due differenze tra i framework sviluppati sono: le metriche chiave e l’unfair advantage, che vengono presi in considerazione nel Canvas di Ash Maurya ma non nel Business Model Canvas. Il blocco delle metriche, è un blocco importante, poiché per poter analizzare la traction di una startup si devono definire delle metriche e dei KPIs, secondo la contabilità dell’innovazione di Eric Ries, e si devono monitorare, per verificare se la startup sta performando secondo le aspettative o meno. La scelta delle metriche, come abbiamo avuto modo di analizzare in precedenza, è fondamentale, per non far figurare una startup in situazioni di apparente crescita, non sostanziata poi da risultati reali.

Per quanto riguarda l’unfair advantage, invece, prende in considerazione l’importanza del vantaggio competitivo che una startup ha, che potrebbe essere rappresentato dalla proprietà intellettuale o da un altro elemento che lo differenzia dai competitor presenti sul mercato.

Entrambi questi due strumenti, il Lean Canvas e il Business Model Canvas, però, hanno delle lacune in termini di startup development, ovvero, sono strumenti molto utili per una definizione strategica ma peccano di quella che è la visione in riferimento allo sviluppo di una startup.

Il Business Model Canvas, infatti, fu sviluppato come strumento di pianificazione strategica per progetti generalisti, dove il budget è già definito e conosciuto e non è completamente applicabile invece alla strutturazione iniziale di una startup, che oltre che non avere budget, spesso, non ha nemmeno idea di quella che dovrà essere la soluzione da proporre e se il problema identificato è un reale bisogno per il target di clientela indirizzato.

 

The Startup Canvas: il modello per le startup 

 

The Startup Canvas, a differenza del Business Model Canvas e del Lean Canvas, quindi, è stato il frutto di anni di esperienza passati ad analizzare e a far crescere diverse startup e contiene al suo interno elementi innovativi che non sono presenti negli altri strumenti.

 

The Startup Canvas modello

 

Per esempio all’interno dello Startup Canvas vengono studiate ed analizzate tutte le strategie che riguardano il fund raising, ovvero la ricerca dei fondi senza i quali una startup non può ne’ sopravvivere ne’ scalare.

Inoltre, viene identificato il problem-solution fit, ovvero viene compreso se la soluzione che è stata individuata per un determinato problema possa allinearsi con le esigenze del target individuato. Oltre a questo viene analizzata la traction, o meglio il modello di crescita di una startup, la dimostrazione di come stia crescendo il nostro progetto in base alle nostre metriche che si basano su delle ipotesi fiduciarie che noi prendiamo per vere fin dall’inizio del nostro viaggio e che sono i cardini della nostra startup.

Anche le ipotesi fiduciarie, quindi, sono elementi innovativi mai presi in considerazione prima come del resto, tutto il discorso riguardante la proprietà intellettuale. Quindi, non presenti nel Business Model Canvas e nel Lean Canvas.

Infine, The Startup Canvas è suddiviso in tre aree principali (business idea, strategy, execution) e non più in quattro come avveniva per gli altri due framework, ma soprattutto ha un impatto visivo differente perché si basa su un processo continuo di rework. E’ infatti, un modello dinamico e non più statico, oltre che intuitivo poiché, attraverso i numeri, il lettore è guidato dall’ idea alla definizione della strategia a quella dell’esecuzione.

 

The Startup Canvas con frecce

 

Anche l’approccio è guidato e si naviga attraverso un percorso circolare immediatamente comprensibile, a differenza degli altri due modelli che prevedono di saltare da un quadrante all’altro senza un percorso guidato ed intuitivo.

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